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Siamo un gruppo di amici che, fin dal lontano 1985 si interessa delle sorti di Ingorè, un villaggio della Guinea Bissau, un piccolo stato dell’Africa Occidentale, tormentato dalla povertà e dalla miseria. In particolare la nostra attenzione è indirizzata ad una piccola ma importantissima missione “MISSIONE CATTOLICA MARIA DE MATTIAS” delle suore adoratrici del Sangue di Cristo.
Ognuno di noi ha un compito che, in genere ha a che fare con la propria professione, le proprie capacità e le proprie attitudini: chi pensa alla realizzazione di nuove costruzioni, chi pensa alla manutenzione dei pochi macchinari a disposizione della Missione, chi si interessa dell’aspetto sanitario, così fondamentale ma così disastroso, chi dei bambini con le adozioni a distanza. Ogni anno, in concomitanza con le vacanze natalizie, per circa un mese, ci rechiamo ad Ingorè per mettere in pratica i progetti che, durante l’anno, abbiamo pianificato e organizzato, grazie anche a persone che ci sostengono con aiuti finanziari o donazioni di utensili e materiali utili alla loro realizzazione.
I nostri progetti sono, in genere, piccoli ma sempre mirati a migliorare le condizioni di vita della popolazione che gravita attorno alla missione.
In questi anni il lavoro è stato reso ancora più difficile da una guerra civile durata due anni dal 1999 al 2001: una guerra inutile, ma quanto mai cruenta e sanguinosa che ha messo in ginocchio un’economia e un popolo già estremamente provato.
Da allora nulla è più come prima e, anche adesso, dopo anni dalla fine delle guerra e nonostante la popolazione tenti, con coraggio e tenacia, di riprendere a vivere e di migliorare le proprie condizioni, la situazione è tragica e allarmante. Il colera continua a mietere vittime, la quasi assoluta assenza di medicine non dà la minima possibilità a chi forse adesso avrebbe una misera speranza … e i nostri bambini muoiono di fame, (sono infatti tanti ed in continuo aumento i casi di denutrizione che arrivano nel nostro ospedale di Ingorè), o di malattie banali come il morbillo e di altre peggiori come la malaria o l’AIDS.
E’ per cose come queste che noi non ci fermiamo, anzi, adesso è il momento di lottare con ancora più forza, con ancora più tenacia. Adesso più di prima abbiamo bisogno, con il Vostro aiuto,di dare voce ad un popolo che voce non ha. |